Effettuata | 18 Novembre 2024 |
Dislivello complessivo | 330 m |
Distanza percorsa | 6 Km |
Tempo di cammino | 2 h |
Alpe Cross
Escursioni in ALTA OSSOLA
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Cava di Trasquera
Alpe Vaccareccia
Effettuata | 18 Dicembre 2024 |
Dislivello complessivo | 630 m |
Distanza percorsa | 5 Km |
Tempo di cammino | 4 h |
Bocchetta di S. Antonio
Si parcheggia al termine della strada che da Craveggia sale alla Vasca e all’alpe Blitz. Subito oltre il parcheggio inizia il sentiero segnalato per la bocchetta di Sant’Antonio e Bagni di Craveggia. Dopo un ponticello sul Rio dei Piatti inizia la salita nel sottobosco di faggi che raggiunge in pochi minuti la bella chiesetta o poi la frazione più alta dell’alpe Blitz. Attraversati i prati si rientra brevemente nel sottobosco per sbucare all’alpe Pratogrande, da dove lo sguardo si apre verso le cime della Valgrande e la lontana cresta del Monte Rosa.
Da Pratogrande inizia il
lunghissimo traverso in direzione nord-ovest che in costante e decisa pendenza porterà
allo scollinamento della bocchetta di Sant’Antonio. L’ambiente è veramente
favoloso, con ampie radure e boschi di rade conifere. Il fondo è ottimo, a
tratti ancora selciato, sempre evidente e ben segnato, ed il panorama si amplia
continuamente comprendendo le Rocce del Gridone a est e i 4000 vallesani a
ovest.
Superato un ultimo balzo con
una serie di tornanti, il traverso riprende ora quasi in falsopiano. Si incontrano
resti sparsi di baite diroccate, ci si affaccia su un balcone panoramico sulla
sottostante val Vigezzo e si lascia sulla destra la traccia che sale alla cima
del Monte Ziccher. Il sentiero con qualche saliscendi contorna le pendici del
monte entrando nel vallone del Rio Rodeggia. In questo tratto, verso ovest,
sono visibili gli impianti della Piana e le rocce delle Scheggia. Già in vista
della bocchetta ho avuto qualche difficoltà nel superare un paio di canalini
che erano ancora in ombra e ghiacciati (inizio novembre). Tagliando in
diagonale il prato sommitale si giunge allo scollinamento che porta ad
affacciarsi sul vallone dei Bagni di Craveggia (Isorno). L’orizzonte è vasto ma
verso un mondo a me sconosciuto fatto di cime e dorsali che non riconosco.
La Cappelletta è chiusa ma
risulta accessibile un antro riparato al quale si può accedere scavalcando un
finestrone; in caso di necessità è comunque un ambiente protetto dalle
intemperie.
Affacciato sul versante nord si nota l’evidente traccia in falsopiano che conduce alla vicina bocchetta di Caneto. Il tratto è facile, anche se c’è qualche passaggio con ghiaccio, e vale la pena di ammirare anche questo versante del Monte Ziccher che dà sulla Valle degli Orti che scende verso Dissimo.
Per ritornare al parcheggio all’alpe Blitz ho programmato un giro ad anello che transita per l’alpe Cortignasco. Il giro è parecchio lungo, per contro le pendenze sono molto meno impegnative. Dopo un primo tratto allo scoperto su mulattiera in perfetto stato, pulita e segnata, si entra in un bel bosco di abeti che però preclude ogni panorama. Piacevolmente si raggiunge Cortignasco. L’alpeggio è molto vasto, con vari gruppi di baite, alcune ristrutturate e disseminate sulla radura. Il sentiero però rimane a destra del pascolo, sotto il bosco che si infittisce.
Sotto le ultime baite si nota facilmente un bivio che indica a sinistra la direzione verso Piot e il Blitz e dritto per Crest e la Vasca. La variante di sinistra, che avrebbe comportato una lunghezza decisamente inferiore però non era riportata sulla mia mappa satellitare. Ho preferito non fidarmi e ho proseguito dritto (**). Dopo il bivio inizia un tratto in forte discesa, con tracciato anche più incerto ma fortunatamente breve (c.ca 100m in dislivello). Riappare la bella mulattiera e le pendenze tornano dolci, il bosco diventa di castagni e querce e su un frusciante tappeto di foglie si giunge all’alpe Crest. Poco oltre un cartello giallo indica un bivio, altrimenti non individuabile. A sinistra una traccia non sempre evidente scende in modo deciso verso le case di Rodeggio. Non ci sono segni né ometti, però con un po’ di attenzione il sentiero non si perde. Infine si sbuca sulla strada asfaltata che sale da Craveggia a circa 1Km dal parcheggio del Blitz.
Arrivato alla macchina ho
dato uno sguardo al ben evidente tabellone, che sfortunatamente alla mattina
avevo ignorato, (**) per scoprire che la variante via Piot è segnata e
consigliata proprio per chiudere il giro ad anello (in GIALLO sulla mappa). Peccato, stimo che avrei
risparmiato almeno una mezzora e un poco di fatica.
Effettuata | 7 Novembre 2024 |
Dislivello complessivo | 720 m |
Distanza percorsa | 8 Km |
Tempo di cammino | 6 h |
Bassa Bognanco - versante nord
Osservando il versante nord della bassa val Bognanco da Monteossolano, si scopre che le pandici del Moncucco sono disseminate di alpeggi e paesini, non osservabili dal fondovalle. Tutte queste frazioni sono collegate da una buona rete di carrabili e mulattiere che ne consentono una interessante esplorazione. Ne propongo un paio, ognuna effettuabile in mezza giornata ed in qualsiasi stagione, escludendo solo le giornate estive più calde.
Da Bosco all'alpe Manzano
Ho parcheggiato a bordo della strada che da Campeglio sale a Pioi, in vicinanza del bivio che a sinistra porta a Bosco. Ho percorso questo breve tratto asfaltato ed attraversato la graziosa frazione, sino a sbucare nuovamente sulla strada asfaltata per Pioi. Dopo poche decine di metri, ad un bivio a destra si scorgono le indicazioni per l’alpe Barca. La strada sterrata, con lunghi traversi in discreta pendenza raggiunge il pianoro dell’alpe dove le abitazioni ristrutturate e i prati falciati testimoniano la frequentazione del luogo. Il bosco ha però circondato l’alpeggio restringendone molto il panorama. A sinistra delle case più a monte riprende la strada consortile che, con una pendenza ancora più marcata, sotto una luminosa e fresca faggeta, risale il costone della Cima Camughera.
Con un ultimo traverso erboso, a quota 1300m si giunge all’alpe Manzano, posto su un favoloso balcone panoramico sulla val Bognanco, le montagne a spartiacque con la val Divedro, la piana di Domodossola e la val Vigezzo.
Alle spalle delle baite c’è
il rifugio Bottini (privato) da dove un sentiero prosegue verso il Colle del
Pianino. Dopo una lunga sosta contemplativa sono ritornato sui miei passi fin
poco più a valle dell’alpe Barca. Una traccia di sentiero a sinistra invita a
deviare verso l’alpe Fraccia, che merita una visita. Da qui su sentiero
segnalato si scende a Pioi, per poi tornare, su strada asfaltata, all’auto.
Effettuata | 22 Luglio 2024 |
Dislivello complessivo | 530 m |
Distanza percorsa | 8 Km |
Tempo di cammino | 3 h |
Giro ad anello delle principali frazioni
A monte delle case, al bivio
(a destra si scende direttamente a San Marco) si prende a sinistra il sentiero
che sale all’alpe Baulina, quattro baite ben conservate. Si prosegue in
direzione di Pontasca incontrando una carrabile di recente costruzione che può
essere un’alternativa al vecchio sentiero.
Superata Pontasca il tracciato per Crestapiana si fa più "wild", si addentra in un bosco più fitto, supera un paio di torrenti, resta sempre visibile ma il fondo in alcuni punti è fangoso e scivoloso. Crestapiana è la frazione più inselvatichica di quelle incontrate oggi. Il sentiero riprende aggirando a sinistra la cappelletta e dopo un breve tratto ancora nel bosco si giunge ad una radura.
Da Pioi si può seguire il sentiero segnalato che scende direttamente a San Marco transitando per l’alpe Foibello. Il tracciato è però a tratti ripido e spesso umido e scivoloso. In alternativa si può rimanere sulla strada che scende a valle fino al tornante in frazione Pinezz.
Da qui un facile sentiero in
falsopiano raggiunge Foibello e quindi a San Marco, altra bella frazione da
visitare. Con ottima mulattiera, transitando presso l’antico cimiterino e
superando il torrente Bogna su ponte in pietra, si raggiunge la provinciale.
Per tornare al parcheggio di Torno non ci sono alternative agli 800m di strada
asfaltata, fortunatamente poco trafficata.
Effettuata | 25 Luglio 2024 |
Dislivello complessivo | 530 m |
Distanza percorsa | 7 Km |
Tempo di cammino | 3 h |
Piani di Aleccio
Si parcheggia a Cagiogno nei
pressi della villa delle Fate (o Streghe?). Venti metri più avanti, nei pressi
di un fontanile, inizia la mulattiera della “Straa di Vacch” che sale all’alpe
Bee, da me già raggiunta qualche anno fa (vedi descrizione).
Si lascia l’alpe Bee traversando
verso sud su sentiero in leggera salita e sotto un fitto bosco.
Progressivamente ci si addentra nel profondo vallone del Rio di Alba, alcuni
tratti del sentiero risultano umidi e scivolosi e occorre prestare attenzione.
Il guado (sponde rocciose) del torrente è facilitato da protezioni fisse.
In piena estate non presenta difficoltà, probabilmente in periodo di disgelo,
con portata certamente molto maggiore, qualche difficoltà potrebbe esserci.
Superato il guado, con
un’ultima breve salita, si raggiunge l’alpe Aloro da dove inizia il vasto
altopiano dei Piani di Aleccio. Poco a monte delle baite inizia una carrabile
che percorre tutto il pianoro letteralmente disseminato di radure, intervallate
da boschetti, che probabilmente in un tempo non molto lontano erano parte di un
unico vastissimo pascolo.
Delle molte frazioni che si
incontrano alcune sono in completo abbandono, altre, specialmente quelle
servite dalla carrabile, appaiono ristrutturate e abitate in stagione.
La strada in falsopiano però
sfiora solamente la parte bassa di questo autentico paradiso. Con uno sguardo
alla cartina ho deciso di risalire, con percorso libero, la costa erbosa con
radi abeti e larici e portarmi sul piano di quota 1500m. È facile poi ritrovare
le tracce degli antichi sentieri che collegano ancora tutti i pascoli. Da
segnalare che alcune di queste radure sono intrise d’acqua, quasi come
torbiere, però facilmente individuabili dal diverso colore dell’erba.
Con un minimo senso di
orientamento si può giungere all’alpe Pivana 1551m (Alpe Piana su altre cartine)
dove un grande balcone roccioso offre un panorama di incredibile vastità.
Lasciando l’alpe in direzione sud, in falsopiano, su tracce sempre evidenti si
arriva ad incrociare la strada consortile che da Aleccio sale alle frazioni più
alte di Sasso la Varda.
Seguendo ora la carrozzabile si raggiunge il piano dove sorgono la chiesetta e le strutture del
Consorzio di Aleccio, con l’area attrezzata per feste agresti.
Da qui si continua a
scendere sulla strada asfaltata per una decina di minuti fino a un tornante verso
sinistra da dove inizia un buon sentiero che scende diretto a Crego. Il
percorso è tutto sotto un bosco misto, rimanere invece sulla strada asfaltata
comporta una lunghezza decisamente superiore ma è la soluzione da preferire
nella stagione invernale o con cattivo tempo.
Giunto alfine a Crego ho avuto la sorpresa di trovare aperto, dopo tanti anni di inattività, il Rifugio Monte Zeus (cucina e bar) dove una fresca birra mi ha ritemprato un poco. Due chiacchiere col giovane gestore che per quest’anno ha deciso di tenere aperto da giugno a settembre… poi vedrà.
Dopo la sosta rimane ancora
il tratto per ritornare a Cagiogno. Si prende il sentiero sulla destra della
bellissima chiesa. Si incrocia la strada asfaltata e poco più sotto si arriva
al canale di alimentazione della centrale di Verampio. Le indicazioni invitano
a seguire il canale sul quale, in leggerissima salita, si copre circa la metà
della distanza verso Cagiogno. Quando il canale si infila sotto la montagna
inizia un tratto che richiede parecchia attenzione per individuare il giusto sentiero
tra le varie tracce che divergono verso monte o verso valle. Non ci sono né segni
né ometti. Non penso che ci si possa smarrire, si rischia solo di perdere
tempo. La cartina scaricata sul telefonino e il segnale GPS mi sono stati molto
utili a mantenermi sempre sulla pista giusta. Bello il passaggio ai piedi dell'alta cascata del Rio di Alba (quello guadato circa 700m più in alto). E finalmente l’arrivo a Cagiogno
proprio nei pressi del fontanile di partenza.
Effettuata | 10 Settembre 2024 |
Dislivello complessivo | 850 m |
Distanza percorsa | 10 Km |
Tempo di cammino | 6 h |