Le valli che circondano Domodossola offrono una grande varietà di percorsi adatti ad ogni tipologia di escursionista. In queste pagine mi propongo di riportarne alcuni, da me provati, e di fornire qualche informazione, sperando di fare cosa utile ad altri appassionati come me.

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SFOGO personale

Mi sono spesso trovato di fronte a situazioni non facili da capire.
Baite all'alpe Piazzeno

Esistono in Ossola bellissime zone con alpeggi abbandonati e in forte degrado perché irraggiungibili. Irraggiungibili non certo per gli Iron Men che si sottopongono ad imprese eroiche e a giorni e giorni di trekking estremo, ma autarchico. Irraggiungibili intendo per i turisti, quelli normali, quelli che possono affrontare in una giornata 500 o 600 metri di dislivello. Quelli che però spendono nei rifugi e nei Bed&Breakfast, che sono la stragrande maggioranza. Purtroppo l'orografia della zona impone ben altre situazioni. Quasi sempre si deve partire da fondovalle e con il dislivello prima ipotizzato si riesce a malapena a uscire dal bosco. Le mete ambite stanno a quote doppie o triple. Esiste una fitta rete di strade consortili e piste forestali che consentirebbero di innalzare di parecchio il punto di partenze delle camminate. Queste strade però sono interdette al traffico privato, tranne alcune in occasioni speciali di feste e sagre.

Sono un sostenitore della necessità  di tutelare l'ambiente per evitarne abusi e scempio, ma un conto è regolamentarne l'accesso, un conto è impedirlo completamente.


Un "taxi" per la Val Zebrù
In alcune zone d'Italia hanno trovato un giusto compromesso, ed esistono soluzioni funzionanti da vent'anni, durante i quali la "montagna" non ha subito alcun danno. Casomai proprio il contrario, essendoci là molto meno abbandono.
In Alta Valtellina, per esempio, i Comuni concedono permessi giornalieri, a pagamento e contingentati, per accedere a strade consortili. Si possono così raggiungere aree di parcheggio più prossime ai punti di partenza di escursioni o ascensioni di sicuro richiamo turistico. Nel Parco dello Stelvio, interdetto assolutamente al traffico privato, operano invece delle Guide Alpine autorizzate che offrono un servizio, praticamente analogo, attuato con mezzi fuoristrada. Una soluzione simile l'ho vista anche non lontano da qui, in Valsesia per l'accesso all'alpe Pastore. E taciamo, per amor patrio, di quello che possiamo vedere in Svizzera.
Mi si obietterà che Bormio, Santa Caterina Valfurva e Alagna hanno tradizioni turistiche più consolidate. Bene ... ma il problema è proprio questo: se non si parte in qualche modo non si raggiungeranno mai obiettivi di crescita. Le montagne dell'Ossola non hanno niente da invidiare a quelle più famose che ho citato, tranne forse la lungimiranza delle popolazioni che le abitano. Le Amministrazioni Ossolane potrebbero vedere nello sviluppo turistico una via di sviluppo e benessere per le loro valli, non un "fastidio" da esorcizzare.





(ritorna al blog)

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