Le valli che circondano Domodossola offrono una grande varietà di percorsi adatti ad ogni tipologia di escursionista. In queste pagine mi propongo di riportarne alcuni, da me provati, e di fornire qualche informazione, sperando di fare cosa utile ad altri appassionati come me.

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Alpe Cavallo

 

Si può parcheggiare lungo la provinciale, subito oltre il ponte sull’Ovesca, oppure nel piccolo piazzale all’ingresso della frazione Rivera. Tra i vicoli inizia la facile mulattiera che sotto un fitto bosco misto sale a Bordo (vedi) in posizione aperta e soleggiata. Si prosegue in falsopiano per giungere a Cheggio, frazione raggiungibile anche in auto. Superato il ponticello sul Rio Balmel, a destra si stacca il sentiero per l’alpe Cavallo.

Inizialmente con un lungo traverso in lieve salita e superata la bella cappella cinquecentesca di Mundù, si raggiunge il crinale boscoso che scende dal Pizzo Ciapé, dove inizia l’interminabile serpentina, in discreta pendenza ma fortunatamente fresco e ombroso, che termina alle baite del Crupp, la frazione più bassa dell’alpe Cavallo. Per tutta la salita si ha sotto gli occhi il triste spettacolo della morte di tutti gli abeti del versante - alcuni già a terra, altri ancora in piedi ma completamente rinsecchiti e sfrondati – sicuramente colpiti da qualche parassita inesorabile. 

Circa a metà della salita, verso quota 1.000, si incontrano i resti dell’alpe Alber, completamente diroccato e mangiato dal bosco. Una croce ricorda il sacrificio di due partigiani, morti qui pochi giorni prima della fine della guerra…. RIP.

Quando su sbuca ai prati del Crupp finalmente si gode del vasto panorama che spazia verso sud, dal fondovalle ossolano alla dorsale della Colma di Castiglione, fino al Pizzo del Ton. Si risale il ripido prato verso le poche baite, due delle quali risistemate, per riprendere la traccia che rientra nel bosco e in cinque minuti porta al vasto altopiano dell’alpe Cavallo. Anche qui poche baite sparpagliate ai margini della radura. Sul cocuzzolo una cappella, una croce, un monumento a ricordo degli alpigiani deceduti ed una panchina in posizione strategica per un panino con vista. Qui il panorama si apre anche verso nord, con il passo di Ogaggia tra la Testa dei Rossi a dx. e il Pizzo Ciapé a sx.

Come tante frazioni della bassa valle Antrona, frequentate ormai quasi esclusivamente da stranieri (svizzeri, tedeschi e olandesi) anche qui l’unica baita aperta è risultata abitata da una piccola comunità di tedeschi, con un sacco di bambini, quasi un revival dei mitici “figli dei fiori”.

Per il ritorno a valle ho rifatto il percorso della salita. Il sentiero verso San Pietro (tabella indicativa) mi è stata sconsigliato perché troppo inselvatichito. 

(vedi altre foto)


Effettuata16 Giugno 2025
Dislivello complessivo800 m   
Distanza percorsa 8 Km
Tempo di cammino 6 h 



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