L'Antica via del Mercato ha collegato per secoli l'Ossola alla val Vigezzo e oltre, fino a Locarno. Il tratto che volevo percorrere era quello tra Masera e Druogno (M0 sulle carte - 11Km e 700m di dislivello) che attraversa una zona un tempo densamente antropizzata e ora in quasi totale abbandono, dove rimangono abbondanti vestigia di insediamenti agricoli con baite, muri a secco, ponti e mulattiere. Programmavo una lunga passeggiata partendo da Masera e un ritorno col treno della Vigezzina da Druogno.
Da notizie raccolte e dalle osservazioni fatte col binocolo dal versante opposto (Trontano e Verigo) è però apparso evidente che nel tratto tra Sant'Antonio e Santa Elisabetta occorre attraversare una zona oggetto di frane e smottamenti. La guida escursionistica della valle Vigezzo, a causa della pericolosità della zona, propone una variante (in blu) che si tiene sull'altro lato della valle passando per Trontano, Verigo, Marone per riprendere poi l'antico percorso da Ca' Turbin. In alternativa (in giallo) volendo rimanere sullo stesso versante, occorre salire da Sant'Antonio a Gerbido, Vasigone e Travello (1067slm) per ridiscendere a Mozzio, scavallando a monte la zona pericolosa ma aggiungendo centinaia di metri di dislivello. Per completezza di informazioni occorre aggiungere che vari abitanti della zona mi hanno assicurato che il tracciato originale è "percorribile con prudenza" e che parecchi escursionisti ci transitano ogni estate.
Un tratto della mulattiera tra Druogno e Sagrogno |
A seguito di tutte queste informazioni ho quindi deciso di abbandonare l'idea iniziale. Desideroso però di conoscere questi luoghi che per secoli sono stati teatro di traffici (e pellegrinaggi) ho optato per una esplorazione "a spizzichi" che sono diventate quattro brevi escursioni. L'amarezza finale è per la perdita di una bellissima mulattiera ancora percorribile fino a qualche decennio fa che, rimanendo sempre sul versante soleggiato, collegava Masera a Druogno, e di cui rimangono in buono stato solo i tratti tra Masera e Sant'Antonio, tra Santa Elisabetta e Paiesco e tra Mozzio e Druogno. Il resto del percorso è ridotto a labili tracce di sentiero, spesso ingombro di rami e foglie e con qualche breve tratto franato. Non ho affrontato il tratto di frana (che però ho raggiunto da entrambi i lati) e il tratto tra Paiesco e Bondi che mi è parso insuperabile a causa della canalizzazione del rio Ruina (... già il nome!!). Questo tratto è aggirabile scendendo da Paiesco alla strada statale della Vigezzo e risalendo, dopo 100m, a Bondi.
Primo tratto (altre foto)
Si parcheggia comodamente in frazione Quartevolo ed in breve si giunge all'oratorio di Sant'Antonio dove inizia la mulattiera che però subito dopo alcune baite si trasforma in sentierino. In falsopiano si supera un bivio, che a sinistra sale a Travello. Proseguendo dritto, e superata una cappella in rovina, in breve si arriva al bordo di frana. Vista da qui l'impresa non sembrava impossibile, però essendo la mia un'escursione come sempre "in solitaria" ho rinunciato, come la volpe con l'uva. Ritornato sui miei passi sino al bivio, per sfruttare le due ore ancora di luce, ho deciso per un percorso ad anello (in blu).
Un tratto di condotta |
Ho preso a sinistra per Travello e sono salito una decina di minuti sino ad incrociare il canale coperto che trasporta l'acqua da Vigezzo al lago di Avonso. Si può sfruttare il canale come fosse una mulattiera in dolce falsopiano e per questa via giungere fino alla diga. Circa a metà percorso il canale si infila sotto la collinetta che sorregge l'alpe Ai Prai. Un sentiero in decisa pendenza sale all'alpe in buona posizione panoramica. Poco oltre si ridiscende a riprendere la condotta presso il rio Fasciolo. Si incrocia poi il sentiero che scende da San Giovanni e dall'alpe Fornale. Visto l'imbrunire, invece di continuare fino alla diga ho preso a sinistra la discesa verso San Rocco e poi Marchisio e Santa Elisabetta - tratto molto bello da inserire nella visita della collina di Masera. In totale circa 400m di dislivello e 2h e 30'.
Secondo tratto (altre foto)
Subito al termine della nuova galleria sulla statale della val Vigezzo, svoltando a destra si imbocca un tratto della vecchia statale che conduce a Paiesco. Ho parcheggiato appena svoltato, in prossimità del ponte che collega a Marone e alla stazione della Vigezzina. Si segue la vecchia strada che costeggia il Melezzo Occidentale, che qui sprofonda in uno stretto canyon roccioso, sino allo sbarramento per salire poi verso Paiesco.
Zoom su Trontano |
Terzo tratto (altre foto che per errore di impostazione della fotocamera mi sono venute in B/N)
Ho parcheggiato presso la vecchia locanda di Ca' Turbin, 200 metri più avanti rispetto a ieri. Si torna verso valle per un centinaio di metri per prendere a destra la strada che sale a Bondi. Dietro le case si incontra la solita condotta per il lago di Onzo. Un cartello indica il sentiero verso Paiesco che però diviene subito incerto inoltrandosi nel canalone del rio Ruina. Questa volta non ho nemmeno dovuto decidere - semplicemente non si può passare.
Attraversando Mozzio |
Ritornato a Bondi ho provato a seguire la condotta che però si infila subito sotto la montagna e alcune tracce di sentiero esposto su friabili roccette non mi hanno ispirato molto. Terzo stop in tre giorni!
Dietrofront e in marcia verso Mozzio e Coimo su tracciato inizialmente evidente che però, dopo un facile guado, presenta un bivio senza indicazione. Quello a sinistra in salita mi sembra troppo labile (che però era quello giusto e da cui ritornerò) e proseguo dritto (in blu) in falsopiano. Percorso facile e piacevole che capisco non mi porterà a Mozzio che deve essere più in alto. Dopo un quarto d'ora arrivo a Maglio su un tratto abbandonato della vecchia statale e presso uno sbarramento sul rio Bardogna di leonardesca concezione. Un cartello indica il sentiero in forte pendenza che sale a Mozzio adagiato su un soleggiato pianoro. Da qui la Vecchia via del Mercato riprende in splendide condizioni e in meno di 30' porta a Coimo. Dovendo ritornare a prendere l'auto a Ca' Turbin sono ritornato sui miei passi fino a Mozzio dove cartelli indicatori segnalano la direzione per Bondo (percorso rosso ignorato all'andata). Il sentiero - sempre evidente - è molto ingombro di rami e trochi superabili senza difficoltà ma che rallentano il passo. In totale circa 350m di dislivello e 3h abbondanti.
Quarto tratto (altre foto)
In arrivo a Sagrogno |
Da qui il percorso si fa agevole e con poca salita tra luminose faggete e ampi pascoli si raggiunge il borgo.
Prima di lasciare Albogno suggerisco una deviazione (20' andata e ritorno) verso il punto panoramico segnalato da cartelli della pro-loco.
Si attraversa Albogno senza perdere quota, si riprende il sentiero in direzione Sagrogno dove si arriva attraverso vasti prati.
Da Sagrogno una mulattiera bellissima in discesa conduce a Druogno. Dalla piazza della chiesa è facile trovare le indicazioni per Sasseglio e Coimo lungo il tracciato originale della Via del Mercato. In totale circa 300m di dislivello e 3h comode.
In definitiva quattro pomeriggi di un febbraio (2023) mite oltre misura per percorrere (quasi) tutta l'Antica via del Mercato. Rimane la soddisfazione di aver visitato zone ormai in abbandono ma che in passato davano sostentamento a molte famiglie che strappavano con enormi fatiche e sacrifici ogni appezzamento sfruttabile.
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