In tanti anni che frequento
la zona non avevo mai preso in considerazione questa escursione, ritenendo fatica
sprecata quella necessaria per salire dove tutti ormai arrivano in auto. È stata
invece una piacevole sorpresa.
In effetti basta pensare alla ricchezza dei vastissimi pascoli del Devero per capire che gli alpigiani nei secoli scorsi avevano fatto l’impossibile per raggiungerli, portandosi appresso centinaia di capi di bestiame. Hanno realizzato un’opera imponente e ardita, scavata nella roccia e selciata, che ancora oggi potrebbe essere percorsa in mountain-bike.
Ho parcheggiato nella
piazzetta nella parte alta di Goglio, presso la stazione di partenza dell’ex
funivia Enel. Da lì parte la carrabile per l’alpe Bondolero, che ho seguito per
pochi minuti fino ad un gruppo di abitazioni. Qui una palina indica una traccia
fra le baite che punta a nord. Superato un facile guado si incrocia la vecchia
mulattiera per l’alpe Devero, che sale da destra.
Il tracciato è in ottime condizioni – si sale sotto un luminoso bosco misto, in costante pendenza. Avvicinandosi alle pareti rocciose inizia un tratto a stretti tornanti che punta decisamente verso un profondo intaglio, che però la mulattiera risale agevolmente (e incredibilmente…). Su ponticello in pietra si scavalca la condotta forzata che alimenta la centrale idroelettrica di Goglio. Ancora qualche tornante e si sbuca alla Forcoletta, una cappelletta e due baite fatiscenti, dove giunge anche il sentiero che sale dalla cascata del Rio Devero (quel giorno molto frequentato, anche perché più breve).
La salita riprende con altri
panoramici tornanti e giunge alla Forcola – da qui una larga carrabile conduce
in falsopiano al Devero, nella zona dei parcheggi alti.
Per il rientro ci sono varie
soluzioni, basta organizzarsi - io sono ritornato sui miei passi. Garantisco
che ne vale la pena.
Effettuata | 14 Luglio 2025 |
Dislivello complessivo | 500 m |
Distanza percorsa | 7,5 Km |
Tempo di cammino | 4 h |
Nessun commento:
Posta un commento