Le valli che circondano Domodossola offrono una grande varietà di percorsi adatti ad ogni tipologia di escursionista. In queste pagine mi propongo di riportarne alcuni, da me provati, e di fornire qualche informazione, sperando di fare cosa utile ad altri appassionati come me.

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Alpe Solitudine

 

Escursione perfetta per una giornata di inizio primavera o di fine autunno: lunghezza e dislivello accettabili, pendenza dolce e costante, fondo ottimo e senza un gradino, ambiente continuamente vario, panorami strepitosi per tutto il tragitto! In considerazione delle basse quote e dell’esposizione è da evitare nei mesi più caldi.

Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio di Punta di Migiandone inizia subito la strada militare Cadorna che, con ampi tornanti e lunghi traversi, risale la costa rocciosa della Cima tre Croci. Solo per i primi 100m di dislivello il fondo è accidentato e sassoso, evidentemente scavato dall’acqua piovana che precipita dalla parete durante i forti acquazzoni. Salendo si incontrano le evidenze delle fortificazioni che costellano l’intero versante.

Avvicinandosi al Forte di Bara i tornanti si fanno più stretti e le fortificazioni più frequenti. Sicuramente questa zona merita una mezza giornata  dedicata solo all’esplorazione di gallerie e trincee ancora quasi tutte accessibili, ma non oggi.

Si lascia il Forte sulla strada che scende verso la Madonna del Boden di Ornavasso, ma dopo pochi minuti si prende sulla destra la deviazione per la Capanna Legnano. Da qui si sale su una mulattiera dal fondo lastricato e dalla pendenza “a favore di mulo”. L’ambiente cambia continuamente, tratti boscosi si alternano a radure (una di questa porta i segni di un non lontano incendio) lunghi traversi a serpentine di stretti tornanti, anche una breve galleria ed una panchina (poco stabile!!) su un roccione panoramico.

Infine si sbuca sul prato dell’alpe Solitudine, dove un’unica baita in buono stato domina un panorama mozzafiato. Dopo un’occhiata alla mappa ho deciso di allungare leggermente l’escursione per raggiungere l’alpe Grausteini. 

Alle spalle della baita si risalgono 10m su traccia ben visibile che presto diviene una carrabile. In falsopiano in 10 minuti si arriva al poggio a picco sull’alpe Zevi e sul fondovalle di Migiandone. Qui il panorama abbraccia l’Ossola, le montagne della Valgrande, gli alpeggi di Colloro, i Corni di Nibbio e la catena di confine con il Canton Vallese. Merita la deviazione. Sono ritornato sui miei passi ma, anziché puntare direttamente alla Solitudine, tenendo la destra sono rimasto sulla carrabile fino ad incrociare la mulattiera militare, che ho quindi preso in discesa.

Verso quota 700m (tabella) si stacca un sentierino che in 15 minuti porta all’alpe Zevi (quella a picco sotto Grausteini). Il sentiero a mezza costa e non faticoso, non è segnato ma facile da individuare.

L’alpe Zevi è un alpeggio ancora caricato in stagione – probabilmente a capre, ma ci sono anche un porcile, un pollaio, una stalla, un orto, una teleferica ed una abitazione “fuori dal tempo”. Un insieme che parla di una vita fatta di fatica e rinunce alle più normali comodità. Se oltre ai panorami si cercano tracce di un passato, che in alcuni posti passato ancora non è, allora vale la pena di fare questa deviazione.

Ritornato sulla mulattiera Cadorna, dopo un altro lungo tratto di discesa, altro sentiero, non segnalato ma evidente, che sulla sinistra conduce all’alpe Cuna. L’esatto opposto di Zevi. Baite ristrutturate, prato all’inglese, barbecue e zona per feste campestri. Suggerisco però anche questa brevissima deviazione.

Poi tutta discesa fino al parcheggio di Migiandone.

(vedi altre foto)


Effettuata20 Marzo 2025
Dislivello complessivo730 m   
Distanza percorsa 12 Km
Tempo di cammino 6 h 



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