Bella ma impegnativa escursione
sui ripidi pendii che scendono dallo spartiacque tra l’Ossola e la Valgrande.
In considerazione dell’esposizione e delle basse quote è da affrontare preferibilmente
in primavera o in autunno. Da evitare anche le giornate successive a periodi di
pioggia, quando i molti tratti su pietre e roccette possono risultare scivolosi.
Occorre anche essere preparati a doversi orientare “a naso” perché la dorsale è
percorsa da infinite tracce che si ramificano e si intrecciano in
continuazione, e molto scarsi sono i segnavia a vernice e ometti di pietre.
(vedi NOTE al termine dell’articolo)
Parcheggiata facilmente l’auto si attraversa l’abitato di Cuzzego raggiungendo la chiesa parrocchiale, da dove inizia il tracciato che sale a Cardezza. Appena oltre le ultime abitazioni, al bivio prendere a destra per Cortigio / Aurinasca. Il primo tratto è molto caratteristico con scalini in sasso o direttamente scavati nella roccia. Si entra presto nel bosco con pendenze sempre severe con fondo invaso da foglie e rami spezzati. Si giunge così alle baite diroccate e imboscate di Buretti, che un tempo doveva anche essere un posto ambito, visto il numero di abitazioni. Da qui il tracciato riprende ripido, con stretti tornanti e sempre sotto il fitto bosco, fino a raggiungere l’alpeggio di Cortigio. Si sbuca nei pressi di una casa ben ristrutturata e di un bivio, in falsopiano a destra si trovano le baite dell’alpeggio da cui si gode di una bella vista sulla piana di Villadossola e sulla frontale Valle Antrona.
Il balcone panoramico all'alpe Luera |
L’itinerario riprende nel valloncello alle spalle della baita, ci si sposta verso destra per ritrovare il tracciato. Da qui solo leggera salita in ambiente sempre più aperto. Si transita presso una fossa di raccolta acqua piovana (un tempo indispensabile per dissetare gli animali che rimanevano inalpati da maggio e fine giugno e che avrebbero passato i mesi più caldi in Valgrande), poi una baita isolata e infine, in piano, si giunge al lungo pascolo dell’alpe Aurinasca, ormai in buona parte invaso dal bosco.
Le prime baite di Aurinasca |
Aurinasca è divisa in tre frazioni, la più panoramica e soleggiata è quella centrale dove, nei pressi di una cappelletta si può trovare un fontanile e un tavolo per riposare. Un alpigiano, che nella buona stagione passa parecchi giorni quassù, mi ha fatto compagnia raccontandomi fatti di vite che oggi sembrano impossibili.
Per il ritorno a valle avevo
pensato ad una discesa che da Aurinasca Fuori, passando per l’alpe Fonten,
riporta a valle sulla strada tra Cuzzego e Prata. Avevo anche trovato l’inizio
del sentiero con tanto di tabella indicatrice, ma il nuovo amico alpigiano mi
ha sconsigliato: il tracciato è molto inselvatichito, non è pericoloso, ma chi
non lo conosce rischia di perderlo facilmente. Quindi ritorno sui miei passi.
Effettuata | 15 Marzo 2024 |
Dislivello complessivo | 760 m |
Distanza percorsa | 13 Km |
Tempo di cammino | 6 h 30' |
NOTE importanti:
La descrizione dalla salita è però quella “teorica” che avrei potuto fare se non ci fossero stati problemi di orientamento. Salendo, nel tratto fino a Luera, mi sono accorto spesso di essere fuori tracciato, ingannato da false piste e dalla scarsità di segnali, allungando così il cammino. Ogni volta dovendomi impegnare a rientrare sul sentiero ufficiale. Durante la discesa mi sono accorto di quali erano stati i principali punti di errore in salita, ne ho fotografati 3 che qui descrivo per evitare ad altri le fatiche che mi son dovuto cuccare.
Il primo punto chiave è a
quota 390/400, prima di Buretti. Durante un traverso in direzione nord. Il
tracciato giusto si separa sulla destra con una netta inversione di direzione,
senza nessuna indicazione o segnale, e si inerpica su strette roccette, che non
comporta difficoltà, tranne quella di individuarlo.
Il secondo punto chiave è
nel tratto tra Cortigio e Luera. Si arriva a un roccione e sembra che il
percorso debba riprendere in direzione contraria (nord)… e invece bisogna
proseguire dritto, scavalcando e aggirando l’ostacolo. Non segnalo nulla di
pericoloso, basta proceder con prudenza, sono solo pochi metri.
Situazione che si ripete
identica al terzo punto chiave, nello stesso tratto ma più su, poco prima di
giungere all’alpe Luera.
Ultima avvertenza: per questa escursione avevo previsto la partenza da Cardezza sul sentiero che sale a Cortigio traversando il vallone del Rio Cuzzego, probabilmente più lungo ma con meno dislivello. Il precorso iniziale è bello (in blu sulla mappa), specialmente nel tratto sul lato orografico destro del canalone, attrezzato con qualche fune e ringhiera. Purtroppo, arrivato al guado del torrente ho dovuto arrendermi: troppa acqua, massi scivolosi e nulla a cui aggrapparsi. Forse in periodi “di magra” la situazione può essere diversa. Quel giorno, per me almeno, era impossibile. Giornata da reinventare con perlustrazioni delle varie frazioni attorno a Cardezza, sempre interessanti.
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