Le valli che circondano Domodossola offrono una grande varietà di percorsi adatti ad ogni tipologia di escursionista. In queste pagine mi propongo di riportarne alcuni, da me provati, e di fornire qualche informazione, sperando di fare cosa utile ad altri appassionati come me.

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Cappella della Croce

La Cappella della Croce era in cima ai miei desideri da parecchi anni, da quando l’avevo scorta guardando col binocolo, dal piano di Altoggio verso la sella erbosa al fondo della valle Isorno (per chi sa dove cercarla è visibile anche dal piano tra Villa e Domo). Le foto e le descrizioni reperibili on-line non facevano che aumentare la mia voglia di raggiungerla.

C’era però un problema. La strada carrozzabile aperta alla circolazione termina poco sopra Altoggio e il dislivello totale rimanente (1.500m) e la distanza (22km tra A e R) sono abbondantemente fuori della portata di un escursionista “normale” … e sicuramente della mia. Meno disumano poter partire da Giovera.

Sono quindi andato in Comune a Montecrestese ad informarmi su eventuali permessi giornalieri, risultati ovviamente NON disponibili a conferma della scarsa cultura turistica di buona parte degli amministratori dell’Ossola. Ho però scoperto l’esistenza di un “passatore” autorizzato al trasporto di escursionisti. Contattato telefonicamente ho appreso che il servizio vale solo per il fondovalle, cioè tra Altoggio e Agarina, mentre la strada che sale a Giovera è giudicata troppo stretta e ripida per il pulmino utilizzato.

Rimaneva la possibilità di sfruttare il giorno della festa annuale di Agarina, durante la quale le strade sono aperte alla libera circolazione. Per anni però la festa è capitata in giorni dal meteo incerto o soppressa causa Covid.

Ho anche pensato di noleggiare una ebike sperando di arrivare, grazie alla tecnologia, fresco come una rosa a Giovera. Ma alla prova dei fatti ho abbandonato il progetto - la batteria aiuta sì ….ma la sella massacra !!

CONLUSIONE: considerando che alla mia età non avevo ancora molte chances per raggiungere l’ambita meta, quest’anno ho deciso per una soluzione autarchica, con buona pace di chi costruisce e manutiene strade con soldi pubblici e sovvenzioni varie, e ne riserva l’utilizzo a pochi fortunati. Tra l’altro anche in modo discriminatorio verso altri loro concittadini che hanno beni in luoghi non raggiunti da questo progresso “selettivo”. Amen.

Ho iniziato l’escursione oltre Coipo, poco sopra il bivio con la carrozzabile per Alagua.

Uno sguardo indietro verso la piana di Domo

Si segue per pochi minuti la carrozzabile fino al cartello che indica l’inizio del sentiero. Il primo tratto è in salita, sotto un bosco di faggi e castagni, e in dieci minuti giunge ad incrociare la mulattiera che viene da Giovera. Da qui inizia il lunghissimo traverso che taglia in leggera salita tutto il crinale del Monte Larone. Quasi tutto il tracciato è allo scoperto o protetto da rade conifere, affacciato sul fondo della valle Isorno e con vista sulle cime dello spartiacque con la val Vigezzo. Riconoscibili le rocce della Scheggia e della Pioda di Crana. Volgendo lo sguardo all’indietro si domina la piana di Domodossola e l’insieme delle sue valli occidentali.

È un’escursione bella per gli ambienti d’alta montagna attraversati e per i vasti panorami, ma bella anche per il tracciato in sé, per questa lunga mulattiera lastricata che, nei tratti ben conservati, fa pensare ad una antica via romana.

Per semplificare, l’escursione si può dividere in sezioni. Nella prima il traverso prosegue a mezza costa con solo qualche tratto in decisa salita, transitando per gli alpeggi abbandonati di Corte di fuori e Corte di dentro.

Il Pizzo dei Quattro Pilastri e a destra la sella erbosa con la Cappella

Superato il secondo alpeggio (in zona c’è l’unica acqua disponibile) l’ambiente cambia. La mulattiera si porta a ridosso delle balze rocciose del Monte Larone, che vengono scontornate con un tratto umido ed ombroso. In alcuni punti funi e steccati proteggono il percorso leggermente esposto.

Terminato questo tratto il tracciato arriva a sfiorare il crinale erboso, affacciandosi per poche decine di metri sulla valle Antigorio, con bella vista sul gruppo del Cistella.

Poco oltre il percorso ritorna agevole e soleggiato, fino a raggiugere e superare i ruderi dell’alpe Loccia, alle spalle della quale inizia il tratto finale. La mulattiera sparisce e diviene una ripida scalinata che si insinua tra canalini e roccioni per sbucare alfine sul pratone sommitale che porta alla Cappella della Croce, strategicamente posizionata allo scollinamento sul versante dell’alpe Matogno. 

Da questo stupendo balcone panoramico la vista spazia in tutte la direzioni, fino alla parete Est del Monte Rosa, grazie alla giornata eccezionalmente serena e limpida. Unica sorpresa: credevo che dal colle si vedesse anche il lago di Matogno, ma non è così. Il vasto vallone, con gli alpeggi di Ratagina, Cortefreddo e Fiesco era ancora caricato da centinaia di capre. Ho saputo che la zona è stata visitata da lupi provenienti da Cravariola e dalla Svizzera, e che si sono avute alcune predazioni.

Gli alpeggi di Ratagina e Matogno

Per il rientro ho seguito il percorso della salita, allungando leggermente per raggiungere l’alpe Giovera di sopra, in bella posizione e ben curata, anche perché qui termina la strada asfaltata che sale da Altoggio.

In tutta la giornata ho incontrato due persone: la bella pastorella delle capre di Matogno, che però non è da contare, e un cacciatore di camosci, stile Robert de Niro. Prova evidente che rendere difficile se non impossibile l’accesso a questa meravigliosa zona, non farà che accelerarne la morte.


 
.....avevo ragione!!



Effettuata 27 Settembre 2023
Dislivello complessivo750 m   
Distanza percorsa 14 Km
Tempo di cammino 6 h  30'

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