Escursione lunga e un po' faticosa ma molto bella per i panorami offerti. Nel periodo estivo è possibile sfruttare la seggiovia (controllare giorni e orari di apertura) che da San Domenico porta ai 1900 metri di Ciamporino, risparmiando oltre 500 metri di dislivello senza perdere nulla dal punto escursionistico in quanto la pista forestale di servizio agli impianti sciistici si snoda quasi interamente nel bosco. Naturalmente a fine ottobre non ci sono alternative. La magia dei colori compensa però della maggior fatica.
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La cima del Monte Leone |
Parcheggiata l'auto si prende la strada alle spalle delle abitazioni e si inizia a salire a tornanti in un luminoso bosco di larici. Si incrociano più volte la seggiovia e le piste da sci. Con un paio di tratti in notevole pendenza si raggiunge la stazione intermedia e da qui il percorso, ora allo scoperto, in breve raggiunge le baite dell'Alpe Ciamporino. La pista forestale termina qui. A sinistra delle baite, un segno bianco/rosso su un sasso indica il sentierino che porta alla conca principale con gli impianti invernali (1h 15min da San Domenico). Ormai siamo in quota ed il panorama, dominato dalla parete nord del Monte Leone, è quello che contraddistingue tutta la traversata.
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Veduta su San Domenico |
Per proseguire occorre fare attenzione, il sentiero per l'alpe Veglia non è facilmente individuabile. Dando le spalle alla stazione di arrivo della seggiovia occorre scendere verso sinistra sino al capanno in legno di uno skilift. Qui un cartello segnala l'inizio del sentiero che risulta poi sempre ben evidente e segnalato. Il percorso è un lungo traverso con continui sali-scendi, con alcuni passaggi leggermente esposti ma assicurati con catene fisse. In meno di un'ora, risalito uno stretto canalino,
si raggiunge la cappelletta della Madonna della neve, il punto più alto e sicuramente più bello dell'escursione.
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Madonna della neve |
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L'altarino è ottimo per la contemplazione ... e la merenda |
Poco oltre, dopo un tratto in discesa, si incontra il bivio col sentiero basso di rientro verso San Domenico attraverso l'alpe Gilardino. Può essere una valida soluzione
(vedi anche) per chi non ha tempo e possibilità di proseguire verso il Veglia. Proseguendo invece a destra si risale l'ultimo ripido pendio e si raggiunge lo scollinamento verso l'alpe Veglia. L'ambiente cambia completamente ed il percorso prosegue in un rado bosco di bassi larici.
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Affacciandosi verso la conca del Veglia |
Dopo una decina di minuti in discesa si incontra un bivio con cartelli indicatori. Proseguendo dritto si raggiunge rapidamente la Balma. Proseguendo sulla destra un lungo traverso in quota, fra praterie e torbiere, raggiunge l'alpe d'Argnai. Qui si incontra il sentiero che sale dalla Balma raggiungibile in 30 minuti di facile discesa su mulattiera. Dalla Balma in altri 20 minuti si arriva alla strada che scende verso Ponte Campo (almeno un'altra ora di cammino - un'ora e trenta se si deve risalire a San Domenico a recuperare l'auto). Come già detto la gita è molto lunga e alla fine faticosa, ma i panorami spettacolari goduti per tutto il percorso valgono la scarpinata interminabile.
(vedi altre foto)
Effettuata |
29 Ottobre 2016 |
Dislivello complessivo |
1000 m |
Distanza percorsa |
17 Km |
Tempo di cammino |
6 ore |
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