Le valli che circondano Domodossola offrono una grande varietà di percorsi adatti ad ogni tipologia di escursionista. In queste pagine mi propongo di riportarne alcuni, da me provati, e di fornire qualche informazione, sperando di fare cosa utile ad altri appassionati come me.

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La cengia di Tugliaga

 

Bella escursione che richiede però molta prudenza ed una buona capacità di orientamento, specialmente nel primo faticoso tratto. Sostanzialmente si deve percorrere la lunga cengia, ben visibile in inverno da Varzo, che dal vallone di Albiona in leggera salita, direzione est-ovest, raggiunge il pianoro di Tugliaga.

Di sicuro un tempo era presente una mulattiera, che a tratti ancora si individua, ma che ormai è stata cancellata da piccoli smottamenti e dall’avanzare della vegetazione. E’ un vero peccato che nessuno abbia più fatto manutenzione. L’ambiente è molto suggestivo e potrebbe attirare parecchi escursionisti, essendo una bella alternativa al tracciato della GTA nel tratto tra Varzo e Salviggia.

Rimanendo allo stato dell’arte attuale quello che occorre segnalare è la presenza di alcuni tratti nei quali il sentiero si riduce ad uno stratto camminamento al bordo di salti rocciosi abbastanza esposti. Anche l’attraversamento di un paio di colatoi richiede attenzione. Lungo tutto il percorso l’abbondante presenza di rami, foglie e radici richiede una dose ulteriore di prudenza. Come periodo più idoneo all’escursione suggerisco fine febbraio o inizio marzo (innevamento permettendo) prima quindi della ripresa vegetativa di rovi e spini che aggiungerebbero difficoltà e fatica.

Qui finisco le avvertenze ed inizia la descrizione del percorso.

Si parte dal ponte sospeso in frazione Riva e si segue per poche decine di metri il percorso per il passo dell’Acqua Fredda (rifugio Pian Pumper). Si risale solo il primo tratto ripido e quando spiana si prende a destra, in corrispondenza di un segno rosso su un masso e di un piccolo ometto. Qui non esiste sentiero, evidentemente cancellato dalle piene del torrente (secco per 360 giorni l’anno). Io mi sono tenuto sul lato sinistro salendo, che mi è parso più stabile. Si risale metà del canalino e si scorge un altro segno rosso. Conviene spostarsi a destra e cercare l’inizio del sentiero che in falsopiano esce verso ovest. Dal canalino non è di facile individuazione, causa vegetazione, ma una volta individuato non si possono avere dubbi perché iniziano i classici segnali bianco/rossi, pur se molto vecchi e sbiaditi, e sino a Tugliaga non è più possibile perdere il sentiero.

Il breve traverso in leggera salita inverte presto la direzione e con pendenza più marcata si accosta al breve tratto roccioso che si supera senza difficoltà in un paio di tornanti. Si sbuca finalmente sulla lunga cengia che punta verso Tugliaga. Il sentiero la percorre tenendosi costantemente sul bordo, a tratti riparato da alberi o arbusti, a tratti esposto e “molto panoramico”.

Si giunge quindi all’altopiano che un tempo era a pascolo e oggi riconquistato dal bosco. Si incontrano ruderi di baite e una stradina consortile che tra giovani conifere e le ultime chiazze di neve porta all’alpe Tugliaga. Poco più avanti si raggiunge la strada asfaltata di servizio dell’Enel che sale dalla centrale di Varzo al parcheggio di Salviggia.

Si percorrono in discesa alcuni tratti di questa strada e si evitano le gallerie elicoidali (non illuminate) sfruttando i tratti della vecchia mulattiera, in buone condizioni e segnalata da cartelli indicatori. Si termina la discesa in corrispondenza della Centrale.

(vedi altre foto)                L'Ovigo di Varzo

Effettuata 8 Marzo 2021
Dislivello complessivo300 m
Distanza percorsa 4 Km
Tempo di cammino 2 ore

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