Le valli che circondano Domodossola offrono una grande varietà di percorsi adatti ad ogni tipologia di escursionista. In queste pagine mi propongo di riportarne alcuni, da me provati, e di fornire qualche informazione, sperando di fare cosa utile ad altri appassionati come me.

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Alpe Albarina (Val Divedro)

Guardando da Varzo verso le incombenti propaggini rocciose del gruppo Rovale / Albiona non si pensa che a mezza costa esista una serie di alpeggi collegati tra loro da antichi sentieri, alcuni dei quali recentemente trasformati in trazzere e piste forestali. Se ci si alza verso Solcio si scoprono, sul versante opposto, queste praterie di verde intenso disseminate tra sfasciumi, rocce e boschi. I nuclei principali, e meglio serviti da gippabili, sono ancora ben frequentati. I più isolati e impervi sono comunque meritevoli di una visita essendo testimonianza di una cultura contadina costretta a immani fatiche pur di sfruttare anche il più piccolo terrazzamento. 

Veduta da Nugno verso San Domenico

L'alpe di Albarina è collegata direttamente con il fondovalle da un sentiero pressoché verticale di 600 metri di dislivello, e con gli alpeggi circostanti tramite sentieri in quota. Il percorso scelto è quello seguito per l'escursione all'alpe di Albiona dal parcheggio della Centrale Enel in galleria nei pressi dell'alpe Salviggia sino a Nugno, che è anche il punto più elevato dell'escursione. Seguire la pista forestale sino a monte dell'alpeggio dove cartello segnaletico indica la direzione da prendere. Si scende nel prato sino alle ultime baite e si prende decisamente a destra seguendo i segni bianco/rossi. Il percorso è abbastanza ben segnato con vernice su alberi e pietre e in certi tratti ci sono anche dei piccoli ometti di sassi. Anche il fondo del sentiero è ben tenuto e non presenta difficoltà. Si scende costantemente in un sottobosco di conifere e faggi, si passa sotto qualche parete rocciosa con anfratti naturali e artificiali probabilmente usati come depositi, si incontra qualche baita diroccata e sommersa dalla vegetazione e in quaranta minuti si arriva all'alpe di Albarina.

La discesa da Nugno ad Albarina
L'alpe di Albarina


Da Albarina si può scendere direttamente verso Varzo su buona mulattiera. Dovendo rientrare a Salviggia per recuperare l'auto ho cercato il sentiero per il ritorno. I cartelli del CAI non danno informazioni sul sentiero "basso" che riconduce a Selvanera. Da qui il sentiero da percorrere non è segnato in alcun modo anche se, una volta trovato, rimane sempre facilmente individuabile. Affidandosi all'istinto si risale il prato sino alla baita in legno e pietra e si entra nel bosco in decisa salita sino a delle evidenti roccette. Il tratto che segue (riportato in rosso sulla mia cartina) è, non dico pericoloso, ma realmente impegnativo e da percorrere con estrema prudenza. Prima una serie di passaggi "aerei" senza alcuna protezione o sostegno, e poi una ripida discesa in un canalino dal fondo un po' friabile, ma fortunatamente non più esposto. Arrivati ai piedi della parete rocciosa le difficoltà sono finite, rimangono 30 minuti di percorso tranquillo di continui saliscendi che attraverso un bosco sempre più luminoso riportano a Selvanera. Verrebbe da chiedersi perché nei passaggi esposti non siano state messe almeno delle funi di sicurezza, ma è anche vero che il CAI non segnala il percorso, forse come forma indiretta di disincentivo.

.... sembra raffigurare una testa d'aquila


(vedi altre foto)                  L'Ovigo di Varzo


Effettuata 26 aprile 2016
Dislivello complessivo 650 metri
Distanza percorsa 7,5 Km
Tempo di cammino 3:30 ore

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